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1991 > L'infermiera di Pisa (Garzanti) Premio Mondello 1991

1991-infermiera_di_pisaAcquista libro su IBS

Rifugiato in clinica, il protagonista di questo poema in versi s’abbandona all’affabulazione e alla scrittura, per reagire a insofferenza e noia con un soprassalto vitalistico. Attizzata dal piacere ambiguo dell’autodenigrazione, tra dubbi e sdegni, rimpianti e ossessioni, impertinenze e sberleffi, si dipana la riflessione di chi ha conosciuto tutte le malattie della volontà: le varie qualità della sofferenza di un Io che alterna euforie e malinconie; nonché le possibili cure: quelle costruite “all’europea” sulla parola e sull’anima, come quelle fondate “americanamente” sulla chimica e sul corpo.

A illuminare le soffocanti camere d’ospedale e le grottesche fantasie di fuga, è l’infatuazione per una bella infermiera pisana: una passione impossibile e rabbiosa, in cui non manca una certa verità dongiovannesca. Ma questo inane furore erotico segna anche la scoperta del confine tra sanità e follia, e conduce alla denuncia, e insieme all’accettazione, della incolmabile distanza che separa il desiderio della mente dalla realtà dei sensi. Temprata da una dialettica esilarante e feroce, la mente riscoprirà se stessa : ingenua e perversa, pura e corrotta, lucida e tenera. Come unico fardello, le rimangono le fragili armi della sua redenzione: desiderio, ironia, poesia.